Sting è Sting.
Gran concerto… Band superlativa e ispirata. Service audio spettacolare, si sentiva tutto (suoni, cori) anche a tutto volume, l’anno scorso invece per metà concerto avevano mortificato il violinista Tickell e la “bella cantante” Jo Lawry. Vincenzo Pietro Massimiliano Colaiuta è un mostro (ok, non servivo io per dirlo, ma l’assolo in 7/8 perchè in 4 è tropo facile… pelle d’oca!)… Dave Sancious, Dominic Miller… devo aggiungere altro? E anche quando Sting cicca una corda della chitarrra su Fragile, se la cava come solo un maestro di stile sa fare!
Così come con un signorile “Buonasera!” gestisce la fan che sfugge alla security per salire sul palco a… stringergli la mano!
Un grazie particolare agli uomini della sicurezza che fanno il lavoro più ingrato del mondo: guardano la gente con le spalle al palco mentre uno splendido concerto si consuma alle loro spalle.
E un attestato di stima immensa al nonno in seconda fila che per tutto il concerto non riesce a stare fermo e seduto e su “Englishman in New York” si alza a ballare, tanto che una signora dietro di lui va a chiedergli di stare seduto. MITO!
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