Come ogni anno nella mia testa faccio i propositi per l’anno nuovo: mangiare di meno, correre di più, suonare, studiare (o, come si dice oggi, investire in formazione)… poi come tutti gli anni entro la metà di gennaio ho più o meno già mandato tutto a quel paese.
Ecco, quest’anno uguale.
Con la differenza che l’età avanza (quest’anno cifra tonda), correre è sempre più faticoso, il divano è una calamita sempre più forte e suonare lo faccio solo alle prove del martedì.
In un epoca di cambiamento, questa mi sembra una certezza, la certezza che tra 15 giorni avrò già dimenticato i buoni propositi e resteranno solo la bilancia e la TV.